「 09 」

αpartment block district 9 ➵ Stray Kids

'Quindi Ji, senti le varie opzioni che ti propongo' gli disse Changbin, mentre si stavano incamminando verso l'appartamento di Minho. 

 

'Riguardo a cosa esattamente?'

 

'Minho e la tua torta'

 

'Non penso servano a qualcosa'

 

'Oh si invece. Da bravo hyung che sono ti devo elencare tutte le situazioni in cui ti potresti ritrovare con Minho'

 

'In quali situazioni mi dovrei ritrovare con Minho scusa?'

 

'Lo scoprirai in fretta' Changbin gli fece un occhiolino appena finí di pronunciare quelle parole. Poco dopo si mise a ridere di fronte alla faccia scioccata del minore, come se avesse detto chissà cosa di strano. 

 

'Comunque Ji, potrebbe reagire davvero in diversi modi, perciò, cerchiamo di prepararti mentalmente a tutte le risposte che dovrai dare'

 

'Dubito di ricordarmele tutte, però va bene'

 

'Devi ricordartele, ne va della tua sanità mentale'

 

'Eh?'

 

'Dopo sennò impazzisci e stai tranquillo che non mi prenderò cura di te'

 

'Non sto capendo niente hyung. Perché mai dovrei impazzire?'

 

'Perché la tua crush non accetterà il tuo invito a cena' gli disse Changbin, in tono ovvio.

 

'Crush? Ma chi poi? Ma sei impazzito? Ti pare un motivo per il quale dovrei andare fuori di testa?'

 

'Vedi? Ti stai già alterando Ji. Non va affatto bene' 

 

'Ma chi si sta alterando?' gli rispose Jisung, un po' irritato da tutte quelle insinuazioni.

 

Changbin lo guardò dritto negli occhi, rivolgendogli uno sguardo scettico, quasi come a non credere a ciò che aveva appena sentito.

 

'Tu?'

 

'Io?' disse il minore, indicandosi nervosamente il petto con un dito.

 

'Direi proprio di sì' annuì Changbin dopo averlo squadrato, quasi come se si fosse appena risposto da solo.

 

'Comunque, lasciamo perdere. Non voglio farti innervosire di più, ti avrò sulla coscienza sennò. Hai qualche idea su cosa dirgli?'

 

Jisung lo guardò scioccato e a bocca aperta, scosse la testa in maniera sconfitta e sbuffò.

 

'Proprio niente? Dunque, dovresti formulati una bella frase per chiedergli di uscire. Deve essere d'effetto'

 

'Non conosco questo tipo cose hyung..' gli rispose il minore, non sapendo veramente cosa inventarsi.

 

'Fidati che ti verranno naturali, non ti preoccupare. Stai tranquillo e vedrai che filerà tutto liscio'

 

'Come l'olio, immagino. Ho ansia' gli comunicò Jisung, alzando quasi gli occhi al cielo.

 

'Perché mai Ji?'

 

'Perché devo chiedere di uscire a Minho? Perché forse, ma forse, tu mi hai messo leggermente un po' di agitazione?' gli chiese ironicamente il minore.

 

'Ah quindi lo consideri un appuntamento?' gli domandò immediatamente Changbin, facendo finta di non aver sentito le ultime parole pronunciate da Jisung.

 

'No oddio! Intendevo uscire a cena così, fra amici' cercò di spiegare il più piccolo.

 

'Quindi preferisci chiamarla 'cena di affari fra due conoscenti che abitano allo stesso piano'?'

 

'Sei sempre così drammatico. Comunque no, la considero un'uscita?' gli rispose Jisung, in tono incerto.

 

'Vedi? Non lo sai nemmeno tu, adorabile' disse Changbin, fiero di vedere il suo migliore amico così in difficoltà.

 

'Non ti capisco ogni tanto' gli disse Jisung, con un'espressione sconcertata in volto, di fronte alla gioia del suo amico.

 

Changbin ridacchiò, mentre rivolgeva uno sguardo a Chan e Woojin che li avevano appena raggiunti.

 

'Avete fatto ragazzi?' gli chiese Chan, vedendoli fuori dalla porta dell'appartamento di Minho.

 

'No hyung. Stavo facendo una chiacchierata con lui e poi, vi volevo aspettare. Dobbiamo goderci lo spettacolo no?'

 

'Smettila dai' gli intimò Jisung, dandogli una piccola pacca sul braccio.

 

'Allora forza Ji, non perdere tempo'

 

'Sei tu che mi stai facendo perder tempo' gli rispose Jisung in tono leggermente frustrato.

 

'Sei così impaziente di vedere Minho?'

 

'Se il vedere Minho implica il non doverti stare più ad ascoltare allora sì, sono veramente impaziente di vederlo'

 

'Quanto sei cattivo oggi'

 

'Con te? Non abbastanza'

 

Chan e Woojin, rimasti lì davanti ad ascoltarli, dopo aver sentito l'ultima battuta detta dal minore, non poterono far altro che scambiarsi un sorriso divertito. Alla fine lo avevano cresciuto bene.

 

Changbin sbuffò incredulo e incrociò le braccia al petto, come un bambino imbronciato.

 

Jisung rise e lo guardò un'ultima volta prima di girarsi verso la porta dell'appartamento di Minho e suonare il campanello. Appena dopo aver suonato, però, si girò di scatto. Si accorse che in tutto ciò mancava una cosa molto importante.

 

'Hyung! Alla fine non mi hai detto le frasi che dovrei usare' quasi urlò Jisung verso Changbin, in preda alla disperazione.

 

'Te la caverai' gli sussurrò soddisfatto Changbin, dopo aver notato che la porta si stava per aprire.

 

'Quali frasi?'

 

La dolce voce di Minho arrivò quasi ovattata alle orecchie di Jisung, troppo concentrato ad ammirare la visione che gli si era appena presentata davanti. Ad accoglierlo alla porta c'era la figura di Minho, il cui volto faceva capolino da dietro la porta. Dopo aver visto chi era venuto a bussare, sorrise teneramente. Un sorriso di quelli che gli arrivavano fino agli occhi e creavano quasi delle piccole rughette accanto a quest'ultimi. Jisung era rimasto ammaliato dal maggiore e in quel momento era veramente contento di vederlo. 

 

Changbin rimase a fissare i due con un ghigno in faccia, quanto erano scemi. Ormai erano passati svariati secondi e il minore non gli aveva ancora risposto, così, sperando di svegliarlo dal suo stato di trance, Changbin si schiarì la gola. 

 

'Jisung' disse Chan, facendo finta di tossire, per cercare di aiutarlo ed essere il meno ovvio possibile. 

 

Minho, non ricevendo risposta, guardò tutti e cercò di capire cosa stesse accadendo. Percepiva una strana sensazione nell'aria. 

 

'Cosa è successo ragazzi?'

 

'Hei Minho' disse Chan, andando a fianco di Jisung e dandogli una pacca che, per quanto era forte, l'avrebbe potuto svegliare anche mentre riposava la notte. Il poveretto per poco non perse l'equilibrio, ma almeno riprese coscienza di cosa stava accadendo e di dove si trovava. 

 

'Oh, hei hei hyung' disse il minore imbarazzato, nascondendosi dietro a Chan e aggrappandosi al suo braccio.

 

'Hey' rispose Minho, sorridendo divertito di fronte a quella scena.

 

'Perché siete qua? State tutti bene?'

 

'Ecco veramente..'

 

Minho spostò lo sguardo su ognuno di loro, attendendo una risposta, era alquanto perplesso.

 

'Jisung dovrebbe chiederti una cosa' disse Changbin, sperando di lasciarli da soli.

 

'Oh, certo dimmi pure' gli rispose Minho, rivolgendo tutte le sue attenzioni al più piccolo.

 

'Oddio che sbadato che sono. Scusatemi, vi ho lasciato fuori dalla porta. Entrate pure, perdonate il disordine' 

 

'Non ce n'è bisogno' disse flebilmente Chan, preoccupato per come sarebbe andata a finire tutta questa storia.

 

'Non fate storie, accomodatevi'

 

'D'accordo' disse silenziosamente Changbin, entrando per primo seguito dagli altri.

 

'Vi posso offrire qualcosa?' chiese gentilmente Minho.

 

'Oh no hyung, se proprio vuoi sgranocchiare qualcosa abbiamo portato una torta. L'ha fatta Jisung questo pomeriggio'

 

 Mentre Chan e Woojin stavano cercando, a stento, di trattenere le loro risate, Jisung poté semplicemente guardare in terra, maledicendosi per aver avuto la voglia di provare a cucinare.

 

'Mi farebbe piacere. Ora non ho appetito, la proverò più tardi. Comunque Jisungie, qual è la cosa che dovevi dirmi?'

 

'È abbastanza imbarazzante' sussurrò il minore, continuando a guardare in terra.

 

'Se vuoi usciamo. Ti aspetteremo qua fuori' gli propose Woojin, cercando di non rendere le cose ancora più complicate.

 

'Ma siete appena entrati' ribatté immediatamente Minho, non capendo tutta quella agitazione.

 

'Questo ed altro per il nostro piccolo Ji' disse Changbin, ridendo soddisfatto, mentre accarezzò i capelli di quest'ultimo. 

 

'Immagino' gli disse il minore ironicamente.

 

'Forza andiamo'

 

Minho li guardò uscire dal suo appartamento ancora più scioccato. Una volta andati via tutti, guardò Jisung, quasi in attesa di una spiegazione.

 

'Mi dispiace hyung'

 

'Per cosa?'

 

'Per tutta questa confusione che hanno creato'

 

'Ma smettila, non è successo nulla'

 

'Magari non fosse successo nulla' disse con un fil di voce Jisung, sperando ancora che qualcuno lo salvasse da questa situazione.

 

'In che senso?' gli chiese Minho, non lasciandosi sfuggire nessuna parola pronunciata dal minore.

 

'Lascia stare, meglio se ti dico ciò che volevo chiederti'

 

'Come preferisci' tentennò il maggiore, percepiva il disagio di Jisung e sperava solamente non fosse a causa sua.

 

Jisung fece un bel respiro, poggiò le mani sulle ginocchia, quasi come a darsi coraggio, e finalmente guardò Minho. Venne colto da un imbarazzo improvviso che lo fece arrossire tutto e rivolgere il suo sguardo nuovamente verso terra. Non aveva speranza, non ce l'avrebbe mai fatta.

 

'È così imbarazzante come cosa?' gli domandò Minho, con un dolce sorriso, intenerito di fronte alle reazioni del più piccolo.

 

'Sì. Assolutamente sì ' gli rispose Jisung, annuendo nervosamente con la testa.

 

'Quando vuoi Ji, io sono qua' 

 

'Quello è il problema'

 

'Io sono il problema?' gli chiese Minho tristemente. Non aveva mai pensato che il minore lo credesse in questo modo.

 

'Sì' disse Jisung impulsivamente, non rendendosi conto.

 

'Oddio no hyung. Non fraintendermi, non intendevo in quel senso. Assolutamente. Non sei assolutamente un problema' sbottò il minore, non appena si accorse di come le sue parole potessero essere mal interpretate. Non voleva che Minho pensasse ciò, la verità era un'altra e quella frase non esprimeva realmente ciò che pensava del maggiore. Alzò lo sguardo istintivamente e non appena vide l'espressione quasi ferita sul volto di Minho, si chiese come mai non pensava due volte prima di dire qualcosa.

 

'Ma hai appena detto che i-'

 

'No no, hyung no. Veramente, non intendevo quello. Stavo pensando a un'altra cosa, perdonami'

 

Minho annuì, non del tutto convinto, cercando di rassicurare, nonostante ciò, il più piccolo.

 

'La cosa che dovevo chiederti è una proposta. Anzi, un invito direi' gli disse timidamente, avendo, ormai, paura di infastidire il maggiore.

 

'Di che tipo? Cosa dovrei fare?'

 

'Dovresti accettare' disse, di nuovo, istintivamente Jisung. Come al solito, pensò dopo a ciò che aveva appena detto.

 

'Se vuoi ovviamente. Sarebbe bello se tu accettassi, mi farebbe piacere'

 

Minho sorrise, più il tempo passava e più Jisung si stava agitando. Era troppo carino.

 

'Fammi questa proposta allora. Spero non sia di matrimonio però' scherzò Minho, sperando di far rilassare Jisung. Il suo commento, però, ebbe un effetto completamente diverso. Jisung ritornò a guardare il pavimento, non dopo essere arrossito come un pomodoro, non riuscendo a credere a ciò che aveva appena detto Minho.

 

'Ma cosa dici hyung, ancora siamo troppo giovani per queste cose. Come ti è venuto in mente..' disse Jisung in un sussurro imbarazzante. 

 

'Vorrà dire che aspetterò. Dimmi tu quando avremo l'età giusta'

 

Jisung ormai non trovava più la forza di rispondere a ciò che stava sentendo, si limitò a stare in silenzio e a trattenere qualsiasi tipo di pensiero strano.

 

'Lasciamo stare allora. Ritorniamo alla vera proposta che mi dovev-'

 

'Verresti a cena con me?' gli domandò improvvisamente Jisung, pensando a quanto si sentisse meglio ora che l'aveva, finalmente, detto. Il tempo materiale di realizzare ciò che aveva fatto e pensò immediatamente di diventare un struzzo. Facendo ciò, avrebbe potuto sotterrarsi e non vedere mai più Minho. In quel momento, questa opzione lo allettava alquanto. Poi si rese anche conto di quanto fosse sembrato maleducato. Oltre ad essersi messo in imbarazzo, lo aveva anche interrotto mentre stava parlando. L'unica cosa che gli balenava in testa era scoprire come potersi trasformare in uno struzzo. Un modo ci doveva esser, no?

 

'Cosa?' disse Minho, abbastanza confuso. Non si aspettava sicuramente di sentire quelle parole uscire dalla bocca del minore, così all'improvviso poi.

 

'Scusa' 

 

'Perché ti scusi?' Jisung rimase in silenzio, non sapendo cosa rispondere e non volendo nemmeno farlo. Avrebbe peggiorato soltanto le cose.

 

'Jisung?' lo richiamò il maggiore, sperando che egli lo guardasse.

 

'Per favore' continuò Minho, quasi pregandolo. 

 

Jisung si fece coraggio, lascio stare i pensieri che lo indirizzavano a diventare uno struzzo, e alzò la testa per guardare Minho. Si sentiva così stupido in quel momento. Non riusciva nemmeno ad incrociare i suoi occhi dopo avergli detto di andare a cena insieme. Una cena tra amici poi, nulla di più. Perché doveva comportarsi così? Si sentiva quasi in colpa e non sapeva nemmeno lui, di preciso, per cosa.

 

'Si hyung?'

 

'Non hai fatto nulla di male, non vedo perché tu debba scusarti' continuò Minho, dopo aver attirato l'attenzione del minore su di lui. Sperava di rassicurarlo in qualche modo.

 

'Si ma t-'

 

'Ma niente, stai tranquillo e respira. È da prima che sei agitato e non capisco il perché'

 

'È tutta colpa di Changbin. Lo sapevo io che non dovevo dargli ascolto' 

 

'Changbin?'

 

'Si lui. Meglio che non ti racconto come sono andate le cose' disse Jisung, ripensando alla stupida scommessa che gli aveva fatto fare il suo amico.

 

'Oh okay'

 

Jisung annuì, non volendo interrompere il silenzio che si era creato all'interno della stanza. Sarebbe andato via volentieri, ma non ne aveva le forze. Passarono svariati secondi prima che Minho si decise a parlare. Non sembrava, ma anche lui era abbastanza imbarazzato. Non aveva assolutamente idea di come comportarsi con il minore, tantomeno sapeva come reagire agli strani comportamenti che stava avendo.

 

'Comunque va bene, sempre se era vero' sussurrò il maggiore, giocherellando con le sue mani nel mentre.

 

'Cosa?'

 

'Il tuo invito'

 

'Oddio certo. Si che era vero. Cioè si, se vuoi' quasi urlò il minore, non voleva che il maggiore capisse male, sperava di essere stato chiaro.

 

'Ti ho appena detto che va bene, perché non dovrei accettare?' ridacchiò Minho, mentre vedeva l'agitazione prendere possesso di Jisung.

 

'Non lo so, magari non volevi venire a cena con me. Il che era plausibile, dato che non ci conosciamo nemmeno' gli disse sinceramente il più piccolo.

 

'Allora facciamo che a questa cena ci conosceremo meglio, ti va?'

 

Jisung lo guardò incredulo dopo aver sentito quella frase. Non riusciva a convincersi che fosse tutto vero. Minho aveva accettato e sarebbe venuto a cena con lui. Quest'ultimo, notando la sua diffidenza, gli fece una dolce smorfia, come a convincerlo di ciò che aveva detto.

 

'Va bene hyung' sorrise soddisfatto il minore.

 

'Dove andremo?'

 

'Oh pensavo di restare a casa mia, se per te non è un problema'

 

'Certo che no. Non ti crea disturbo?'

 

'Per niente. Più che altro ho paura di sbagliare a preparare qualcosa' disse Jisung, cercando di mascherare il più possibile la sua paura.

 

Dopo la torta che aveva preparato oggi, e le conseguenze che ne erano derivate, Jisung era quasi terrorizzato al pensiero di tornare davanti ai fornelli e cucinare qualcosa.

 

'Al massimo se sarà così orribile ordineremo qualcosa okay?' gli disse Minho ridendo.

 

'Ah una cosa, domani ho delle prove fino alle sette. Dopo che avrò preparato tutto, saranno quasi le nove. Ti dispiace venire verso quell'ora?'

 

'Non c'è problema, queste sere tanto mangio sempre tardi'

 

'Okay perfetto. Ora dovrei correre da Changbin a dirgli una cosa, se non ti dispiace'

 

'Figurati, grazie dell'invito'

 

'A te hyung. Ci vediamo domani sera' gli disse dolcemente Jisung, con un tenero sorriso dipinto sulle labbra. Si sentiva veramente sollevato e tranquillo.

 

Minho lo accompagnò alla porta e lo salutò con un gesto della mano. Con sua sorpresa vide che, ad aspettarlo, c'era proprio Changbin. Di Chan e Woojin, però, non c'era traccia. 

 

'Minhooo hyung. Com'è andata?' cantilenò quest'ultimo, mettendogli un braccio attorno alle spalle.

 

'Tutto a posto' gli rispose Minho, ridendo di fronte al suo strano modo di comportarsi.

 

'Quale frase spaziale ha usato il nostro piccolo scoiattolo?'

 

'Ma chi è che usa l'aggettivo spaziale al giorno d'oggi?' lo rimproverò Jisung. Changbin lo stava soltanto mettendo ulteriormente in imbarazzo.

 

'Fammi pensare. Io?' 

 

Jisung sbuffò e alzò gli occhi al cielo. Non voleva mettersi a bisticciare con il suo migliore amico proprio di fronte a Minho. Non sarebbe stata una scena così piacevole.

 

'Che ti è preso stasera? continuò a ridacchiare Minho.

 

'Ma nulla. Sono soltanto felice che il mio piccolo Ji stia crescendo. Ha fatto un passo importante questa sera. Giusto?'

 

'Non capisco a cosa tu ti riferisca'

 

'Pft hyung. Sarei rimasto volentieri dentro con voi, volevo proprio vedere come si imbarazzava Jisung. Per non parlare di quale frase ha usato per rimor-'

 

'Ora basta. Stai blaterando cose inutili hyung. Meglio se andiamo'

 

Changbin sorrise soddisfatto, si sentiva così contento in quel momento che avrebbe, quasi, finito di mangiare tutta la torta che Jisung aveva aveva preparato quel pomeriggio. O forse no. Ripensandoci, non era così allettante come cosa.

 

'Come desidera lei chef'

 

'Ma sei impazzito? Smettila hyung' piagnucolò Jisung, non riuscendo a credere a ciò che gli stava dicendo Changbin.

 

'Meglio se andate. Buona serata ragazzi, non combinate guai'

 

'La vedo difficile, ma va bene. Contalo come fatto' 

 

'Non ti sopporto più oggi. Buonanotte hyung, ci vediamo domani' disse Jisung, veramente stufo.

 

Minho li salutò un'ultima volta e rientrò nel suo appartamento. Scosse la testa e sorrise contento di ciò che era successo oggi. Sapeva perfettamente che non era nulla di speciale, ma il solo pensiero di poter stare del tempo con il più piccolo lo riempiva di allegria. Lo avrebbe potuto conoscere meglio e chissà, magari sarebbero diventati grandi amici. Non se lo aspettava minimamente, ne era rimasto sorpreso. Felicemente sorpreso.

 

Il tempo di scendere un rampa di scale e Jisung già cominciò a urlare contro Changbin. 

 

'Fai piano Ji, stai disturbando tutto il condominio'

 

'Tu stai disturbando tutte le mie giornate, come la mettiamo?' rispose Jisung, sbattendo aggressivamente la porta alle sue spalle.

 

'Hei, vacci piano con la mia porta. Non si chiama Minho'

 

'Che vuol dire? Non ho capito'

 

'Lascia perdere, rovinerei soltanto la tua purezza. Pensandoci bene, potrei farlo. No no meglio di no, chi lo sente poi a Chan'

 

Jisung lo guardò a dir poco scioccato, si sentiva così esasperato in quel momento.

 

'A proposito, dove sono andati Chan e Woojin?'

 

'Non lo so di preciso, ma penso siano rientrati nel loro appartamento. Dopo che ti abbiamo lasciato con Minho mi hanno chiesto di aspettarti e intanto loro se ne erano andati'

 

'Ah'

 

'Lo so, sei rimasto troppo sorpreso nel vedermi vero? Apprezza che sono rimasto ad aspettarti. Ero curioso di sapere come fosse andata'

 

'Apprezzo? Lo apprezzo come i consigli che mi hai dato oggi. È stata la cosa più imbarazzante della mia vita'

 

'Ma come Ji! Ti ho detto che dovevi prepararti delle frasi d'effetto e sarebbe andato tutto bene'

 

'Effettivamente una frase mi era anche venuta in mente' gli confessò pensieroso Jisung.

 

'Quale? Oddio dimmi'

 

'Dato che in questo momento mi sto sentendo in imbarazzo e vorrei sotterrarmi la testa come uno struzzo, che ne dici di venire a mangiare un paio di lombrichi insieme a me domani sera?'

 

'Non so cosa dire, veramente' disse Changbin, con un'espressione in volto a dir poco inespressiva. Sperava con tutto il cuore di non aver sentito veramente quel frase.

 

'Lo so, ti ho colto di sorpresa' gli rispose divertito il minore, facendogli un occhiolino. 

 

'Se gli avessi detto così, Minho sarebbe fuggito via dalla sorpresa altroché'

 

'Sei sempre così divertente. Ma io e te siamo veramente amici?'

 

'Me lo stavo chiedendo anche io sai?'

 

'Sei così fastidioso sai?' gli disse il più piccolo, tirandogli addosso il primo cuscino che gli capitò tra le mani.

 

'Anche tu sai?'

 

'Ora me ne andrò sai?'

 

'Seriamente? Che bello'

 

'Ma smettila hyung. Vado a trovare Chan e Woojin, almeno loro saranno interessati a com'è andata con Minho'

 

'Hei, mi sento offeso. Anche io ero interessato'

 

'Interessato a mettermi in imbarazzo? Giusto. Vabbè vado, a domani'

 

'Jisung' lo fermò Changbin, parlandogli in tono serio. Jisung mugolò di risposta, aspettando di sentire cosa avesse da dirgli.

 

'Sei stato bravo. Non importa come hai fatto, ma hai comunque chiesto a Minho di venire a cena da te. Sono davvero contento'

 

'Ricordami di raccontarti i dettagli più tardi, grazie hyung' gli sorrise il minore, apprezzando veramente le sue parole. Sapeva che alla fine egli ci tenesse. Detto ciò, uscì dal suo appartamento con l'intenzione di andare a trovare Chan e Woojin.

 

La colpa di tutta quella scommessa era stata di Changbin, ma, nonostante tutte le cose dette, era proprio lui che sperava, fino alla fine, che il suo migliore amico riuscisse nell'impresa. Non sembrava affatto, ma era preoccupato per come sarebbe andato a finire il tutto. I momenti durante i quali si era ritrovato fuori dalla porta ad aspettare Jisung, pregava per lui che andasse tutto bene e che, quest'ultimo, non imbarazzasse sé stesso più del dovuto. Però, tutto sommato, sembrava fosse andato tutto bene. A Changbin non importava in che modo Jisung gli avesse chiesto di andare a cena insieme, ma importava che, alla fine, il suo migliore amico era riuscito nel proprio intento. Inoltre, egli, sembrava veramente contento e quasi spensierato accanto alla figura di Minho e di ciò, Changbin, non poteva che esserne felice.

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