「 06 」

αpartment block district 9 ➵ Stray Kids

Il mattino seguente arrivò in fretta per tutti coloro che abitavano nel complesso di appartamenti poco lontano da Seul. Quel giorno Hyunjin si era svegliato tranquillo e riposato, dopo essersi divertito la sera precedente assieme a Seungmin. Appena fuori dal letto, si passò una mano sul volto per cercare di mandare via le tracce di stanchezza che gli erano rimaste addosso e con molta pigrizia si alzò per andare a rinfrescarsi e a fare colazione. Nel mentre, il suo sguardo cadde sul cactus posto nel corridoio di ingresso che aveva lasciato lì la sera prima.

 

Ancora gli venne in mente quella strana visita da parte del ragazzo di nome Jisung. 

 

Dopo che se n'era andato non era successo nulla di strano. In seguito a ciò, né Seungmin né tantomeno Hyunjin ne parlarono, quest'ultimo non sapeva assolutamente che spiegazione avrebbe potuto dare a una qualsiasi domanda del minore, perciò decise di non dirgli nulla e di lasciar perdere ciò che era appena successo. Seungmin, dall'altra parte, si stava chiedendo come mai uno sconosciuto teneva fra le mani il cactus che lui stesso aveva scelto per Hyunjin, ma ogni suo quesito scomparì appena vide la felicità sul volto del maggiore, dopo avere scoperto che quello era il suo regalo.

 

Successivamente passarono il pomeriggio a parlare delle cose più inutili e a ridere e scherzare fra di loro. Iniziarono addirittura un vero e proprio dibattito riguardante la loro futura convivenza. Inutile dire che vinse Seungmin. Hyunjin, mise su un adorabile broncio, non accettando assolutamente la sua sconfitta.

 

'Dai hyung' 

 

'No' gli replicò Hyunjin per l'ennesima volta, sempre più imbronciato.

 

Seungmin, allora, si avvicinò e distese la sua testa sopra le gambe del maggiore, così da poterlo vedere meglio e da poterlo dissuadere da ciò che pensava. Per qualche secondo fissò i suoi dolci occhioni con quelli del maggiore, come a voler dimostrare le sue ragioni tramite una gara di sguardi, fino a quando Hyunjin non ne ebbe abbastanza e decise di parlare.

 

'Tanto non mi convinci così'

 

'Hyung sai benissimo che ciò che hai detto non ha senso'

 

'Invece lo ha' gli disse Hyunjin, incrociando, addirittura, le braccia al petto. Quel gesto fece ridere sotto i baffi Seungmin, non credeva che il suo hyung potesse essere così infantile.

 

'Per quale assurdo motivo dovremmo tenere tutto il cibo che compriamo in una stanza?'

 

'Così lo conserviamo meglio e sappiamo dove si trova'

 

'Per quello esistono i frigoriferi e le credenze. Conservano perfettamente il tuo cibo e puoi ricordarti dove lo metti'

 

'Lo so, ma avere una stanza interamente dedicata al cibo non sarebbe fantastico?'

 

Seungmin aggrottò la fronte, lo guardò come se avesse una terza testa e il maggiore sbuffò, sapendo orami di non poter far cambiare assolutamente idea al minore.

 

'Tu mi rovini sempre i piani'

 

'Se sono inutili come le tue idee sì'

 

Hyunjin rimase a bocca aperta, sconvolto dalla risposta del più piccolo, e fece il finto offeso.

 

Seungmin rise, oramai era alla base del loro rapporto, bisticciavano amichevolmente e poi facevano finta di nulla.

 

'Ora ti preparo qualcosa da mangiare, così mi perdoni vero?' gli domandò il minore, anche se era più una specie di invito.

 

'Mh'

 

Seungmin si mise in piedi e passò una mano tra i capelli di Hyunjin, come a dirgli di alzarsi e seguirlo in cucina, dove egli era già ai fornelli.

 

'Arrivooo' gli rispose Hyunjin, non resistendo a quell'invito, e non resistendo a Seungmin.

 

Finito di pensare a ciò che era successo il giorno prima, tornò a concentrarsi su ciò che sarebbe accaduto quella mattina. Sul tardi, aveva una lezione di ballo con i bambini più piccoli e doveva avere le sue energie al massimo per riuscire a gestirli propriamente. Non era un grande impegno, gli faceva davvero piacere, inoltre riuscire ad insegnare la danza a qualcuno era una grande soddisfazione per lui. Soltanto che alcune volte la lezione diventava una cosa davvero impegnativa e serviva molta calma e pazienza, per fortuna lui le aveva.

 

Appena uscito dal bagno, si diresse verso i fornelli accendendo il fuoco per prepararsi una grande tazza di caffè latte, così da affrontare al meglio la lunga giornata che lo aspettava. Tirò fuori, inoltre, vari tipi di biscotti dalla credenza, non sapendo quale gli andasse di più in quel momento. Accese la televisione, mettendo un canale che trasmetteva notizie di prima mattina, giusto per vedere se stava accadendo qualcosa di interessante nel mondo e per tenersi occupato mentre beveva il suo caffè. 

 

-

 

Era da poco passata l'ora di pranzo quando Chan, accompagnato da Woojin, si diresse verso l'appartamento di Jisung. Aveva pensato che sarebbe stato meglio informare il minore su ciò che era accaduto la sera precedente, prima di andare a parlare con Changbin. Così facendo, magari, avrebbe avuto anche un' opinione in più su tutta la situazione. Sapeva che lui e Jisung e si conoscevano da un sacco di anni, erano da sempre stati grandi amici, perciò, forse, sapeva meglio di lui come avrebbe potuto reagire di fronte a una proposta del genere.

 

Un po' nervoso percorse il corridoio che lo conduceva di fronte alla porta dell'appartamento del minore, mentre Woojin si fermò da Minho.

 

'Channie, vado un secondo da Minho a fargli visita. Tanto per fare due chiacchiere e sapere come è andata a finire ieri sera. Va bene se vai da solo?'

 

'Si si tranquillo, andrà tutto bene' gli rispose il minore, bussando alla porta di Jisung, abbastanza preoccupato.

 

Il ragazzo gli aprì pochi secondi dopo, sorridente come al solito, e con uno strano grembiule addosso.

 

'Ti stavi dando alla cucina?' gli chiese Chan mentre rideva, non era una cosa da tutti i giorni vedere il più piccolo conciato in quel modo.

 

'Fa così strano?' 

 

'Abbastanza direi'

 

'Dovrò affinare le mie doti da chef professionista in qualche modo no?'

 

'Intendevi da combina disastri professionista? Allora sì, fai davvero bene ad allenarti in qualche modo' 

 

Jisung sbuffò, troppo abituato alle battute dei suoi hyungs per ribattere in qualche modo.

 

'Che ci fai qua comunque?' gli domandò mentre si dirigeva di nuovo davanti ai fornelli.

 

'Volevo parlarti di una cosa' gli rispose Chan, ma se ne pentì immediatamente, dopo aver visto la figura seduta sul divano.

 

'Hey hyung' gli disse Changbin agitando una mano.

 

Changbin era da poco arrivato nell'appartamento di Jisung. Gli aveva, gentilmente, chiesto se poteva fargli un po' di compagnia. Non aveva specificato la ragione, ma gli aveva detto che era soltanto un po' annoiato. Il più piccolo acconsentì immediatamente, non rifiutando di certo la proposta, si offrì addirittura di cucinargli qualcosa. Nell'ultimo periodo stava imparando un sacco di ricette particolari, e le vittime indiscusse dei vari assaggi dovevano assolutamente essere i suoi amici.

 

'Binnie, hei' gli rispose Chan, in un tono abbastanza strano, sperando che l'altro non si accorgesse del suo sconforto. La strana espressione che fece però, gli lasciò intendere tutto il contrario.

 

'Qualcosa non va?' gli chiese Changbin, non ricevendo risposta.

 

'Dimmi tutto hyung, ti ascolto' aggiunse Jisung, riferendosi a ciò che gli aveva detto prima Chan.

 

'Ehm ecco, come dire'

 

'È successo qualcosa?'

 

'No no, cioè sì però no'

 

A Jisung venne quasi da ridere di fronte alla preoccupazione che aveva in faccia il maggiore, sembrava davvero disperato e imbarazzato da ciò che stava per dire. 

 

'Con calma, siamo qua ad ascoltarti' continuò, mentre poggiava il mestolo che teneva in mano sul balcone, dedicando le sue attenzioni completamente a Chan.

 

Quest' ultimo sembrava aspettare proprio quel gesto da parte del minore, incatenò i propri occhi con i suoi, come a volergli dire che non era quello il momento giusto, sperando che egli afferrasse ciò che stava cercando di fargli capire. Sapeva che Changbin sarebbe venuto a saperlo comunque, probabilmente la sera stessa, ma in quel momento voleva parlare solo con Jisung. Si sentiva anche in colpa a fare in quel modo, non voleva di certo farlo rimanere male, tantomeno escluderlo. Facendo in quella maniera però, evidentemente, non si ricordò che anche Changbin, oramai, riusciva a capirlo con un semplice sguardo. Aveva afferrato che era di troppo in quel momento.

 

Erano sempre stato un gruppo affiatato loro tre, qualsiasi cosa che avevano da dire la dicevano liberamente, si confidavano e si fidavano. Chan non seppe come sentirsi, era così disperato che pensò addirittura di andarsene e lasciar perdere tutto, non sapeva come affrontare 

e reagire agli sguardi che gli stavano dando i suoi due migliori amici.

 

Per fortuna, come al solito, arrivò Woojin a salvarlo.

 

Trovò la porta aperta ed entrò tranquillamente, oramai era abitudine fra di loro.

 

'Hei ragazzi, tutto a posto?' gli chiese il più grande, appena notò uno strano silenzio nell'aria.

 

Come Chan, non vide immediatamente la figura di Changbin, appena lo fece, però, in lui scattò un campanello di allarme. Sapeva che la sua dolce metà, sensibile come era, non avrebbe concluso nulla in quella situazione, anzi. Percepiva lui stesso la tensione che si era creata, forse venire giù non era stata un'ottima idea. 

 

In quel momento pensò soltanto a come far uscire tutti da quella strana situazione e l'unica cosa che gli venne in mente fu quella di far finta di nulla. Sapeva benissimo che gli altri non ci avrebbero creduto, ma non sapeva cosa altro inventarsi. Fissò il suo sguardo su Jisung, sorridendo, e gli chiese cosa stesse cucinando.

 

'Hei Jisungie come va? Stai provando quella ricetta di cui mi avevi parlato?'

 

'No, era troppo complicata e ho lasciato perdere. Ora sto provando a fare una torta per Changbin hyung, spero mi venga bene' 

 

'Speriamo che non lo avveleni'

 

'Lo spero anche io per la sua incolumità' rispose Changbin mentre rideva leggermente, apprezzava davvero lo sforzo che stava facendo il maggiore per risollevare l'atmosfera.

 

'Comunque sei libero ora?' continuò Woojin.

 

'Perché?' gli chiese il minore.

 

'Così ti presto quel libro di ricette che ti avevo detto. Può esserti davvero utile'

 

'Mi avevi parlato di un libro di ricette? Quando?' gli domandò Jisung, più che convinto di non averlo mai sentito nominare.

 

'Wojinnie nemmeno lo abbiamo un libro di ric-' si intromise Chan.

 

'Ma siete tutti e due smemorati o cosa?' gli disse il maggiore mentre li guardava.

 

'Te lo avevo detto l'altra sera e sì Chan, abbiamo un libro di ricette in casa' continuò Woojin, cercando di far capire all'altro ciò che intendeva. Sperava di far venire Jisung nel loro appartamento cosicché da potergli parlare senza la presenza di Changbin. 

 

'Aah giusto, quel libro. Certo, quel libro. Quanto sono stupido. Nemmeno ricordavo che ne avevamo uno' aggiunse Chan, con uno strano ghigno e un tono che lasciava intendere tutt'altro.

 

Jisung li guardò più che confuso, non capiva nulla di ciò che stava succedendo, ma, ad ogni modo, decise di assecondarli.

 

'Non ho la minima idea di cosa abbiate detto, ma va bene. Ora vengo da voi. Tanto ho preparato l'impasto, posso infornare il tutto appena torno giù. È un problema Changbin hyung?'

 

'No no tranquillo, vai pure. Ci sarà modo per farmi assaggiare i tuoi magnifici piatti' gli rispose il maggiore ironicamente.

 

'Sai cosa? Te la porto giù stasera, cosa ne dici? Venite anche voi così l'assaggiate' gli offrì Jisung. 

 

I suoni hyungs si guardarono fra loro con sguardi preoccupati e, non sapendo cosa rispondere, si limitarono a guardare il minore. Chi tace acconsente no? Bene, perché quest'ultimo prese il loro silenzio come un sì, mentre annuiva contento.

 

'Vabbè io vado allora, ci vediamo stasera ragazzi. Grazie della compagnia Sungie' disse Changbin mentre usciva dall'appartamento, rivolgendo un ultimo sguardo in direzione di Chan che, come lo vide, abbassò immediatamente la testa. 

 

'Ouch' disse Woojin appena il corvino aveva chiuso la porta dietro di sè.

 

'Mi dici che diamine hai combinato per farti guardare in quel modo?'

 

'Meglio se te lo spiego quando andiamo su' gli rispose Chan facendo una faccia da cucciolo abbandonato.

 

'Ti aspettiamo su Jisungie, vieni il prima possibile' 

 

'Ma quindi hai davvero un libro di ricette da darmi?' 

 

'Pensavi stessi scherzando?'

 

'Sembrava tutto molto strano'

 

'Lo so, ma fidati di noi. Vieni su che dobbiamo parlarti' gli disse definitivamente Woojin, mentre si dirigeva fuori con Chan dietro.

 

'Vengo subito, mi ripulisco un attimo e arrivo' 

 

-

 

Passarono pochi minuti e Jisung sistemò gli ultimi utensili che aveva utilizzato, prima di dirigersi dai suoi due amici. Decise di non togliersi il grembiule che indossava poiché, di lì a poco, sarebbe tornato nel suo appartamento a terminare ciò che stava preparando. Senza pensare oltre si diresse verso le scale che lo avrebbero portato al piano di sopra, non aspettandosi di certo l'apparizione di un Minho selvaggio.

 

Il maggiore era appena uscito dalla sua porta, quando vide Jisung con un adorabile grembiule da cucina indosso, delle macchie di non si sa cosa sparse ovunque, e una graziosa espressione scioccata in volto.

 

Non poté far altro che sorridere di fronte a quella scena.

 

'Dove stai andando?' gli chiese sghignazzando.

 

'Hey hyung' gli disse il minore con le guance tutte rosse per l'imbarazzo, riuscì, però, a farsi coraggio e a rispondere. 

 

'Stavo andando da Chan e Woojin hyung'

 

'Con quel coso addosso?'

 

Jisung riuscì ad annuire e basta, non sapendo seriamente cosa dire al maggiore.

 

'Stavi cucinando?' 

 

'Veramente sì' gli rispose flebilmente, non guardandolo negli occhi, ma abbassando la testa e giocando con le sue dita.

 

'Sai cucinare?' gli chiese curioso Minho, si stava veramente stupendo da quante cose produttive riuscissero a fare quei ragazzi. Non potè far altro che mettersi a confronto con loro, si sentiva quasi inutile.

 

'Diciamo che ci provo' 

 

'Cosa stavi preparando?' gli domandò Minho, trovandolo adorabile come non mai.

 

'Stavo provando a fare una torta per Changbin hyung, poi mi hanno chiamato gli altri e allora ho pensato di infornarla appena ritorno, così gliela portò stasera. Non avevo voglia di togliere e rimettere il grembiule così sono uscito così'

 

Probabilmente, alla sua risposta, stava aggiungendo dettagli dai quali il maggiore non avrebbe ricavato nulla, ma in quel momento non gli importava, gli faceva davvero piacere che Minho si interessasse a ciò che stava facendo e a lui faceva piacere rispondergli.

 

'Allora ti lascio andare, non ti voglio trattenere più del dovuto' gli disse Minho sorridendo, mentre si avvicinò a lui e gli scompigliò i capelli. Jisung si fece accarezzare con un sorriso in volto mentre annuiva alle parole del maggiore.

 

'Ci vediamo hyung' gli disse mentre si dirigeva verso il piano di sopra.

 

'A presto Jisungie, mi raccomando la torta, non la bruciare'

 

'Sarà fatto' 

 

Minho agitò una delle sue manine mentre gli sorrideva contento, andando verso l'uscita del palazzo.

 

-

 

'Alla buon ora Jisungie'

 

'Quanto ci hai messo?'

 

'Cosa stavi facendo?'

 

'Perché stai sorridendo come uno scemo?'

 

'Sembri un peperone per quanto sei rosso'

 

Dire che i due lo stavano riempendo di domande era dire poco. Jisung rimase sbalordito da come stessero reagendo, non sapeva nemmeno il perché di tutte quelle domande. Insomma, era arrivato si e no dopo cinque minuti, c'era da preoccuparsi così tanto?

 

Cercò di ignorarli, sapeva che tuttavia i suoi sforzi sarebbero stati inutili. Sperava che i due non gli facessero ulteriori domande e, sembrò che, il destino fosse dalla sua parte quel giorno.

 

'Forza Channie, spiegagli la situazione' disse Woojin chiudendo la porta, appena Jisung entrò all'interno del loro appartamento.

 

'Va bene, ma sappi che la prossima volta non ti lascerò andare così facilmente'

 

Il minore annuì e sospirò, almeno quella volta era riuscito a cavarsela. 

 

'Dimmi tutto hyung'

 

'Non ci girerò intorno, ti ricordi per sbaglio chi era Felix?'

 

Jisung pensò a quel nome per molti secondi, poi il suo volto si illuminò e sembrò ricordarsi chi fosse quel ragazzo.

 

'Lo hai nominato un paio volte se non sbaglio, no? Eravate molto amici prima che tu venissi qua in Corea'

 

'Esattamente, quando mi sono trasferito ci siamo promessi che se mai avessimo avuto bisogno di qualcosa ci saremmo sempre stati l'uno per l'altro. Ora è arrivato il momento di aiutarlo'

 

'Di cosa si tratta e cosa c'entro io?'

 

'In realtà non c'entri nulla tu, ma Changbin'

 

'Changbin hyung? Che ha fatto?'

 

'Felix si deve trasferire qua per iniziare a studiare alla Jyp University, sono anni che tenta di entrare e finalmente è stato ammesso. Come me, è venuto qua a realizzare il suo sogno, quello di ballare. Ora che ne ha l'occasione non se la farà di certo sfuggire, né tantomeno io glielo permetterò' gli disse Chan in un tono serio che quasi disturbò il minore, si sentiva davvero ansioso in quel momento.

 

'Brevemente, deve trasferirsi assolutamente qua entro le prossime due settimane. Non lo vorrei lasciare da solo, perciò ho pensato che si potesse trasferire in uno degli appartamenti qua presenti. Soltanto che fra le spese e tutto il resto, la cosa più opportuna sarebbe convivere con qualcuno. Ho pensato che quel qualcuno potesse essere Changbin' 

 

'Lui? Per quale assurdo motivo?' gli domandò il minore sbalordito, non credendo a ciò che stava sentendo.

 

'Non mi guardare così Jisungie. Ci ho pensato davvero molto e mi è parsa la soluzione più giusta. Io sono qua con Woojin, perciò anche volendo non potrei farlo venire da noi. Tu non lo so, ma sembri in una strana fase perciò ho pensato che sarebbe meglio lasciarti con Minho piuttosto che con uno sconosciuto, poi un-'

 

'Minho? Cosa c'entra Minho hyung con me e tutto questo?'

 

Chan lo guardò con una faccia strana, probabilmente si stava chiedendo se il minore dicesse sul serio o meno, ma decise di lasciar perdere.

 

'Lascia stare Jisungie, andiamo avanti' aggiunse Woojin, attento a tutto ciò che si stavano dicendo i suoi due amici.

 

'Dicevo che, inoltre, un appartamento tutto per sé sarebbe davvero troppo, quel ragazzo a mala pena si sa orientare perciò. Changbin sarebbe il compagno perfetto' 

 

'Il compagno perfetto? Davvero divertente'

 

'Non sto scherzando, Felix è un raggio di sole tutto scemo e Changbin, per quanto possa essere dark, alla fine è un tenero fiorellino, le loro personalità si compenserebbero perfettamente'

 

'Non conosco questo Felix, ma Changbin hyung sì, e posso giurarti che sarebbe tutt'altro che un tenero fiorellino se uno sconosciuto si presenta dal nulla in casa sua'

 

'Proprio di questo volevo parlarti, cioè, dato che lo conosci da più tempo di me magari sai quale potrebbe essere una sua possibile reazione a tutto ciò'

 

'Nel senso che in qualche modo cercherò di convincerlo comunque, però non vorrei fosse una cosa così troppo forzata per la quale poi debba star male. È un grande favore, non è una cosa da nulla'

 

Jisung si prese del tempo per pensare a dove era andata a finire la loro conversazione e a come avrebbe reagito lui se Chan gli avesse fatto la stessa richiesta. Erano grandi amici e un favore era una cosa innegabile tra di loro, però questa situazione era completamente diversa.

 

'Non lo so sinceramente, fossi stato io non avrei seriamente saputo cosa risponderti. Si tratta di cambiare completamente la tua vita, per uno sconosciuto poi. Non sai nemmeno chi è questo ragazzo e puf, te lo ritrovi il giorno dopo con un pigiamone di lana, una ciotola di cereali in mano mentre parla da solo e cerca di imitare la voce della prima giornalista che passa in televisione, magari'

 

'Per non conoscerlo devo dire che hai fatto una descrizione veramente accurata di lui' gli disse Chan con un piccolo sorriso, cercando di sdrammatizzare, anche se in parte era la verità.

 

'Poi ultimamente lo vedo un po' isolato da noi. Non sembra triste, ma proprio solo. Nel senso che sembra gli manchi qualcosa, e non voglio obbligarlo a parlarcene se non la sente, ma forse un piccolo Felix che gli saltella per casa potrebbe risollevargli il morale'

 

'Pensavo anche io a quello. Oggi pomeriggio era venuto da me perché voleva un po' di compagnia, ma sembrava veramente giù' rispose Jisung, lasciando minuti di silenzio a seguire la loro conversazione. 

 

'Quindi cosa pensate di fare?' gli chiese Woojin, dopo aver visto entrambi non molto sicuri della loro scelta.

 

Risvegliati dai loro pensieri, i due si scambiarono uno sguardo, Chan cercò di convincere il minore e, quest'ultimo, annuì impercettibilmente, rassegnato a non sapere cosa dire, e fare, di fronte a tutto ciò.

 

'Yeey' gli urlo Chan saltandogli addosso e stringendolo in un forte abbraccio che portò via il respiro ad entrambi.

 

'Stasera porta la torta che preparavi oggi, così lo addolciamo un po', prima della grande notizia. Dopo non potrà assolutamente dirci di no'

 

'Speriamo' disse il minore, sorridendo di fronte alla gioia del suo hyung.

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