「 07 」

αpartment block district 9 ➵ Stray Kids

Chan si staccò da Jisung e lo guardò sorridendo, uno di quei sorrisi paragonabili a quello di un bambino che entra all'interno di un negozio di caramelle. Era davvero contento di avere l'appoggio del suo migliore amico per fare ciò che aveva in mente. 

 

Sperava seriamente di riuscire a sistemare Felix nel migliore dei modi e di risollevare il morale di Changbin. Gli dispiaceva tantissimo vederlo in quel modo, la sera stessa la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata quella di scusarsi. Si percepiva da chilometri che Changbin si era sentito messo da parte, come se qualcosa stesse accadendo alle sue spalle, ma Chan sperava che il minore capisse la situazione, e capisse il perché delle sue azioni.

 

Non era successo nulla di grave alla fine, ma una piccola incomprensione fra di loro faceva star male tutti e questa era l'ultima cosa che Chan desiderava. 

 

'Quindi stasera andiamo da lui e gli diamo la fantastica notizia che uno sconosciuto verrà a vivere da lui?' domandò Jisung, volendo sapere come si sarebbe dovuto comportare.

 

'Non dire così, sembra più brutto di ciò che è in realtà. Sì comunque, andremo tutti e tre giù, prima di tutto gli spiegherò cosa sta succedendo e mi scuserò con lui, poi festeggeremo l'arrivo di Felix con la tua, non molto magnifica, torta'

 

Jisung scosse la testa di fronte alla, forse, battuta del suo hyung. Era una bella e buona offesa alle sue doti culinarie, ma il minore si era promesso di far ricredere i suoi amici su ciò che pensavano della sua cucina, perciò rimase in silenzio aspettando il fatidico momento in cui avrebbero assaggiato uno dei suoi piatti.

 

'D'accordo, quando andate giù venite a chiamarmi. Ora, se non vi dispiace, vado a cuocere la mia non molto magnifica torta'

 

Gli altri due risero di gusto di fronte a ciò che stava dicendo Jisung, trovavano davvero divertente il suo modo improvviso di approcciarsi alla cucina. 

 

'Ah aspetta Jisungie, ti do il libro di cui ti parlavo prima' aggiunse Woojin.

 

'Sei serio?' gli disse in tono offeso il minore, gli sembrava quasi una presa in giro.

 

'Non sto scherzando. Mia mamma mi aveva regalato questo libro pieno di ricette strane, quando io e Chan ci eravamo trasferiti qua per la prima volta. Sperava che io diventassi un fidanzato perfetto, cucinando qualcosa di buono per lui ogni tanto, ma non è stato così. Perciò tieni, fanne buon uso' gli disse il maggiore, dopo aver preso un libro a dir poco enorme da un angolo della libreria che avevano in salotto.

 

'Non sapevo seriamente che lo avessimo' gli rispose Chan, quasi dispiaciuto, non conoscendo la storia di quel libro.

 

'Non lo sapevi perché lo avevo nascosto. Non volevo deluderti, sapendo di non riuscire a cucinare, ho preferito lasciar perdere fin dall'inizio, promettendo a me stesso di essere un fidanzato perfetto in altre campi, diciamo' gli disse Woojin imbarazzato da quella piccola confessione.

 

Chan lo guardò per qualche secondo, non sapendo seriamente come ringraziare chiunque vegliasse sopra di lui per avergli donato una persona come Woojin al proprio fianco. Gli saltò letteralmente addosso mentre sorrideva felice. Tra il peso del libro e, quello improvviso di Chan, il maggiore perse l'equilibrio e finì a terra con un canguro sopra di lui. Jisung prese al volo il libro, evitando che cadesse in terra e sospirò divertito. 

 

'Jinnie bear aww'

 

'Channie'

 

'Ti ringrazio tanto'

 

'Io dovrei ringraziare te'

 

'Grazie del libro eh, a stasera' comunicò il minore agli altri due, troppo occupati a scambiarsi strane effusioni. 

 

Le ultime frasi giunsero ovattate alle orecchie di Jisung, oramai fuori dal loro appartamento. Era alquanto sicuro che gli altri due non lo avessero nemmeno sentito, oramai persi nelle braccia dell'altro. Adorava i suoi hyungs e li trovava davvero carinissimi, ma in quel momento erano fin troppo sdolcinati per i suoi gusti, inoltre non voleva interrompere il loro momento. Sorrise comunque al pensiero e decise di tornare nel suo appartamento, iniziando a sfogliare il libro nel mentre.

 

Lungo la rampa di scale, si scontrò con qualcuno. Quel giorno, di sicuro, non gli mancarono incontri improvvisi.

 

'Oh Jisung, da quanto tempo'

 

'Minjun hyung' lo salutò sorpreso il minore. In effetti, dai giorni successivi all'arrivo di Minho non si erano più visti.

 

'Cosa ci fai vestito così ?' gli chiese sorridendo il maggiore.

 

A Jisung venne quasi da sbuffare ormai, era così tanto strano pensare che anche lui sapesse cucinare qualcosa?

 

'Lunga storia' gli rispose brevemente, cercando di evitare il discorso. 

 

Minjun lo guardò strano, non capendo cosa intendesse con ciò Jisung.

 

'Stai prendendo lezioni di cucina?'

 

'Non esattamente, volevo soltanto provare qualche ricetta'

 

Minjun non aggiunse altro, sentendo le risposte del minore decise di cambiare argomento.

 

'Eri per caso da Chan? Gli dovevo dire una cosa, ma non so se è in casa'

 

'Si sono appena stato da lui, ma credo sia meglio che tu torni dopo, ora è impegnato diciamo' gli rispose Jisung, non sapendo esattamente come descrivere ciò che stavano facendo gli altri due.

 

'Oh, va bene. Se per caso lo rivedi in giro mandalo giù da me, è una cosa importante'

 

'Certo hyung, ora se non ti dispiace vado a infornare una torta'

 

'Una torta? È per Minho? Una specie di regalo di benvenuto?'

 

'No ma cosa stai dicendo, è per Changbin hyung. Come ti è passato per la mente che fosse per Minho' quasi urlò Jisung, preso dal panico per ciò che stava dicendo Minjun.

 

'Okay okay, come vuoi tu. Respira però, non vorrei andassi in iperventilazione' gli disse il maggiore, troppo divertito dalla reazione del minore. 

 

Jisung annuì e fuggi letteralmente nel suo appartamento, lontano dalle grinfie di Minjun.

 

-

 

Seungmin stava sistemando le ultime cose nelle valigia quando sua madre entrò in camera.

 

'Hey tesoro, a che punto sei? Volevo dirti che la cena è quasi pronta'

 

'Va bene, dovevo sistemare le ultime cose, ma posso farlo anche domani'

 

Sua madre annuì, lo guardò dolcemente e si sedette sul bordo del letto mentre guardava il suo bambino, oramai cresciuto, sistemare dei vecchi libri su una mensola.

 

'Quindi?'

 

'Quindi cosa?' gli chiese curioso Seungmin, non capendo di cosa parlasse sua madre.

 

'Sei pronto per questa nuova avventura?'

 

Seungmin rise, lasciò stare ciò che stava facendo e si sedette accanto a lei.

 

'Assolutamente. Sarà una cosa nuova per me, ma non vedo l'ora. Sono davvero emozionato'

 

Sua madre sorrise contenta di fronte alla gioia del figlio, non poteva essere più felice.

 

'Sono davvero fiera di te Minnie. Sei cresciuto così tanto. Mi sembrava ieri quando mi dissi per la prima volta che il tuo sogno sarebbe stato quello di cantare. E ora guardati, te ne stai per andare a vivere da solo mentre frequenterai una delle migliori università del paese'

 

'Oh mamma. Non mi dire così che dopo piango. Se sono arrivato fin qua è solo merito tuo e di papà. Non hai idea di quanto sia stato importante il vostro supporto in questi anni. Poi non devi temere, andrò a vivere da Hyunjin e sai bene quanto sia un bravo ragazzo. Non ti devi preoccupare' gli rispose Seungmin, ricordando l'appoggio che aveva avuto fin dall'inizio da parte dei suoi genitori.

 

'Ma io non mi preoccupo tesoro, sono solo tanto fiera di te, tutto qui. Voglio che tu sia felice e che faccia ciò che ti rende più felice. Mi raccomando con Hyunjin, comportati bene e sii educato'

 

'Ma lo sono sempre' scherzò Seungmin. Sua madre sorrise e lo strinse in un abbraccio.

 

'A proposito di Hyunjin, devi dirmi qualcosa?'

 

Seungmin si ritrasse imbarazzato e iniziò ad arrossire leggermente. Ancora non era assolutamente abituato a sua madre che gli parlava così tranquillamente del maggiore, si sentiva un po' a disagio ogni volta che quest'ultimo veniva nominato.

 

'Non c'è nessuna novità mamma' gli rispose flebilmente mentre guardava ai piedi del letto.

 

'Sicuro?'

 

'Assolutamente'

 

'Gli è arrivato quel regalo che gli avevi fatto?'

 

'Si si, ha detto che gli è piaciuto un sacco'

 

'Sono contenta'

 

'Anche io'

 

'Sai che in caso ci fosse qualche novità vorrei essere la prima a saperlo vero?' continuò la madre, in un tono quasi ammiccante che imbarazzò soltanto di più Seungmin.

 

Quest'ultimo preferì non rispondere, spostò il suo sguardo in un punto indefinito della parete, sperando che sua madre non notasse il colorito che avevano assunto le sue guance. 

 

Non volendo, i suoi occhi si posarono su una foto che non si ricordava nemmeno di avere. Essa ritraeva lui stesso con accanto Hyunjin e Jeongin. La sua vista si illuminò al ricordo del piccolo ragazzo. Nonostante avessero età diverse, i tre erano da sempre stati molto amici. Passarono tutti i primi anni di scuola insieme, fino a quando i due più grandi non dovettero andare al liceo. Da quel momento persero un po' il rapporto che avevano, Seungmin e Hyunjin facevano tutto il possibile per tenere ben salda la loro amicizia con il più piccolo, ma tra impegni e attività varie il tutto diventò quasi impossibile. Quasi, perché nonostante non si sentissero o vedessero più, tutti e tre sapevano che ognuno di loro occupava un posto speciale nel cuore degli altri due. 

 

Seungmin ancora si ricordava di tutto, dei pomeriggi passati insieme a studiare e mangiare qualsiasi tipo di schifezza. Si ricordava delle serate passate tra film, chiacchierate importanti e pigiama party memorabili. Si ricordava ogni festività o anniversario passati a scambiarsi gli auguri. Si ricordava della magnifica amicizia che avevano avuto. 

 

Con un sorriso sul volto Seungmin prese quella foto e la mise all'interno della sua valigia, promettendo a se stesso di ritrovare quel piccolo bambino che portava l'apparecchio. 

 

-

 

La sera arrivò fin troppo in fretta per i gusti di Jisung.

 

Era davvero ansioso e preoccupato, nemmeno lui sapeva precisamente il perché, e se lui stava così non osava immaginare come potesse stare Chan.

 

Da una parte aveva quasi paura della reazione che avrebbe potuto avere Changbin, era terrorizzato dall'idea che qualcosa potesse andare storto. Dall'altra, tutti i pensieri che aveva abbandonarono la sua testa nell'esatto momento in cui si ricordò di avere messo la torta a cuocere. 

 

Stava scegliendo i vestiti da mettere da quella sera e appena si ricordò del suo dolce, si precipitò in cucina con una rapidità che non immaginava nemmeno di avere. Sperava solamente che non si fosse bruciato. Controllò il timer del forno che segnava che la torta aveva cotto per circa dieci minuti in più del dovuto. 

 

Quasi con le lacrime agli occhi, spense immediatamente l'elettrodomestico e la tirò fuori cercando di non bruciarsi le dita nel frattempo. 

 

Appena la vide, non seppe se tirare un sospiro di sollievo o meno.

 

Non si era bruciata, però diciamo che aveva cotto fin troppo. Senza andare in panico, pensò immediatamente a una soluzione per coprire quello strano colorito che aveva assunto. Data la mancanza di tempo non poteva mettersi a fare qualche crema, glassa o qualsiasi altra cosa. Sperando che lo avesse nella sua credenza, optò per ricoprire la superficie di zucchero a velo. Di sicuro non era la cosa migliore, ma in quel momento era l'unica cosa che potesse fare per rimediare.

 

Jisung maledì mentalmente la sua disattenzione, non sapeva nemmeno controllare la cottura di una torta. Probabilmente avrebbe lasciato stare questa passione per la cucina prima di ciò che pensasse. 

 

Tutto sommato se la si guardava da lontano non sembrava così orribile, lo zucchero a velo copriva la maggior parte del disastro e, sembrava quasi una bella torta. Probabilmente una volta assaggiata avrebbe avuto un retrogusto abbastanza amaro e orribile, ma a Jisung non importò dato che stava facendo tardi.

 

Si congratulò addirittura con se stesso per aver trovato una soluzione a ciò che aveva combinato. Dopo averla impacchettata fuggì in fretta e furia in camera a cambiarsi, immaginando già le urla di Chan che gli diceva di muoversi perché era tardi.

 

-

 

'Jisung quante volte dobbiamo dirti che la puntualità è importante?'

 

'Ora capisco che dobbiamo andare soltanto da Changbin, ma se si trattava di qualcos'altro? Non puoi fare così tardi'

 

'Scusa ancora hyung, ma stavo scegliendo cosa mettermi' disse Jisung, anche se in realtà aveva messo la prima cosa che gli era capitata fra le mani, non poteva di certo dirgli che aveva bruciato la torta. Non lo avrebbero lasciato vivere.

 

'Tutto questo tempo per scegliere una maglia e un paio di pantaloni? Non dovevi mica andare ad un appuntamento'

 

'Su Channie lascia stare, muoviamoci piuttosto'

 

'Ha un bell'aspetto la torta Jisungie' disse Woojin, cercando di distrarre i due da quell'inutile bisticcio.

 

'G-grazie hyung' gli rispose il più piccolo passando avanti ai due e cercando di arrivare all'appartamento di Changbin il prima possibile.

 

'Oggi è davvero strano'

 

Woojin scosse la testa davanti a quell'affermazione, non sapendo cosa dire.

 

Pochi secondi dopo si ritrovarono tutti davanti a un Changbin non molto felice, che li accolse, comunque, dentro casa sua. Entrarono uno alla volta e Changbin non seppe cosa dire o fare di fronte a Chan. Inoltre era abbastanza sorpreso di vederlo qua, non pensava sarebbe venuto.

 

'Come va Binnie?' chiese Woojin sorridente, sperando di rallegrare l'aria.

 

'Bene hyung dai, voi?' 

 

Gli altri si scambiarono uno sguardo strano, non sapendo cosa rispondere, dato che in quel momento le cose andavano tutt'altro che bene. 

 

'Ma si dai, cioè bene. Non proprio bene bene, ma bene, nel sens-' cominciò Jisung.

 

Chan intervenì, sperando di togliersi quel peso che aveva e risollevare l'atmosfera e i rapporti.

 

Diede un colpetto alla spalla di Jisung, indicandogli di smettere di parlare e che ci avrebbe pensato lui. Si avvicinò a Changbin e gli fece un sorriso imbarazzato, sperando che esso tranquillizzasse in qualche modo il più piccolo. L'espressione sul suo volto, però, disse tutt'altro. 

 

Chan si sedette sul divano, aspettando che il minore venisse accanto a lui. Quest'ultimo guardò Woojin che gli fece un cenno di approvazione, fidandosi del maggiore andò a sedersi vicino a Chan, aspettando qualsiasi cosa dovesse accadere. 

 

'Mi disapice davvero tanto Changbin' disse tutto d'un fiato Chan.

 

Il volto di Changbin cominciò ad addolcirsi, vedere il suo migliore amico disperato e ansioso in quel modo, lo fece preoccupare immediatamente. Sapeva che era leggermente infastidito con il maggiore per via del comportamento che aveva avuto prima, ma sapeva anche che il suo fastidio, o qualsiasi cosa fosse, se ne sarebbe andato nell'esatto momento in cui Chan si fosse scusato.

 

Non sapeva nemmeno per cosa si stesse dispiacendo il maggiore, ma decise di non interromperlo, aspettare e ascoltare ciò che aveva da dirgli. 

 

'Non so esattamente cosa tu abbia provato oggi e in generale in questi giorni, ma mi volevo scusare per come ti ho trattato. Non era mia intenzione lasciarti in disparte, volevo semplicemente chiedere un parere a Jisung su una cosa che riguardava te, prima di dirtela definitivamente. Sai benissimo quanto noi teniamo a te e vederti così non ci ha fatto assolutamente piacere, per lo più se era per colpa mia. Ti chiedo ancora scusa'

 

'Channie hyung' riuscì soltanto a dire Changbin, stringendo il maggiore in uno di quegli abbracci che ti riscaldano il cuore. Tutte le brutte sensazioni che aveva provato quel giorno, se ne andarono appena sentì le dolci parole del maggiore.

 

Gli altri due sorrisero alla scena, davvero felici che quel piccolo fraintendimento fosse stato chiarito. 

 

Changbin sapeva benissimo di non essere arrabbiato con Chan, soltanto che il suo fastidio si era aggiunto alla solitudine e malinconia che provava quei giorni e, tutti insieme, lo portarono a prendersela con il maggiore. Si sentiva davvero in colpa per aver pensato che uno dei suoi migliori amici avesse potuto metterlo da parte. Sapeva quanto la loro amicizia fosse forte, quasi indistruttibile, e che queste sciocchezze non l'avrebbero mai intaccata minimamente.

 

Con un sorriso che gli arrivava fino agli occhi, Chan si staccò e guardò il minore come un genitore guarda il proprio figlio. 

 

'Sono davvero contento di aver chiarito' 

 

'Anche io hyung'

 

Dopo altri dolci sorrisi e parole, Chan guardò Jisung e Woojin, sapendo che era arrivato il fatidico momento. 

 

I due capirono e si sedettero sul divano anche loro, non sapendo da dove cominciare. 

 

'Prima Chan ti ha detto che aveva intenzione di chiedere una cosa a Jisung'

 

'Alla fine me l'ha chiesta e ne abbiamo parlato, e penso sia il momento di dirla anche a te' proseguì Jisung con un tono insicuro. 

 

'Mi devo preoccupare?' 

 

'Dipende dai punti di vista' 

 

'Smettila Jisungie' 

 

'Riguarda quel favore che mi avresti dovuto fare' iniziò Chan, apprezzando lo sforzo degli altri due di introdurre l'argomento nel modo più delicato possibile. 

 

'Non so bene come dirtelo, ma ti ricordi di Felix? Delle volte ve l'ho nominato'

 

'Quel tuo amico australiano?' 

 

Jisung annuì al posto di Chan, confermando le parole di Changbin. 

 

'Perfetto. Praticamente entro la prossima settimana si deve trasferire qua' 

 

'Okay?' gli rispose Changbin, non capendo dove volesse arrivare Chan. 

 

'Ecco diciamo che qua entrano in gioco i tuoi magnifici pregi di essere una persona fantastica, accogliente, ospitale, gentile e altruista' 

 

'Non sto capendo' 

 

'È questo il favore che mi dovresti fare' 

 

'Essere una persona magnifica?'

 

'No, cioè anche, però no'

 

'Quindi non vuoi che io sia una persona magnifica?' gli domandò Changbin, sempre più confuso.

 

'Felix si deve trasferire qua' si intromise Jisung, quasi spazientito. Era davvero in ansia, per entrambi, e questi giri di parole non aiutavano affatto. 

 

'Cosa?' gli chiese Changbin, sorpreso dall'improvvisa intrusione del minore nel discorso. Non aveva ben capito cosa volesse dire con quella frase.

 

Quest'ultimo spostò il suo sguardo in terra, non volendo guardare Changbin negli occhi. Woojin rimase in silenzio, per paura di cosa potesse dire quest'ultimo, stessa cosa Chan. Rimase immobile, con le labbra leggermente aperte per lo stupore, e con un'ansia che lo stava divorando.

 

Il silenzio che si creò fece quasi paura. Changbin non capiva nulla di ciò che stava succedendo, non capiva cosa intendessero dire i suoi amici e non capiva la strana atmosfera che si era creata. Cercò più volte gli sguardi degli altri tre per riuscire ad avere qualche risposta, ma sembravano tutti troppo a disagio per poter dire o fare qualcosa. 

 

'Tutto a posto ragazzi? Potete dirmi cosa sta succedendo?'

 

'Te l'ho appena detto hyung' sussurrò Jisung.

 

'Cosa mi hai detto? Che questo Felix si deve trasferire?'

 

Jisung annuì impercettibilmente.

 

'Va bene che si trasferisca, non vedo dove sia il problema. Cosa avete che vi comportate in modo così strano?'

 

'Penso tu non abbia capito Binnie' gli disse Woojin, quasi intenerito dall'ingenuità di Changbin.

 

'Esattamente, non ho capito'

 

'Felix deve trasferirsi qua, da te, nel tuo appartamento' aggiunse Chan, dopo aver acquisito un po' coraggio.

 

'Eh? Cosa?' quasi urlò Changbin. Prima non aveva di certo capito quello, tutt'altro. Non aveva problemi con Felix che si trasferiva nel suo stesso palazzo, ma nel suo appartamento? Nemmeno per idea. Nulla di personale contro questo ragazzo, ma voleva semplicemente i suoi spazi e di certo non li avrebbe condivisi con uno sconosciuto.

 

'Ti prego Binnie, calma. Fammi spiegare'

 

'Calma? Cosa c'è da spiegare? Nulla, non se ne parla che questo tuo amico venga in casa mia'

 

'Perché no? Entro la prossima settimana si deve trasferire e se tu non mi aiuti non so veramente che fare'

 

'Non può andare a stare da qualche altra parte? Ci sono un sacco di appartamenti'

 

'Deve convivere con qualcuno altrimenti le spese sono troppe. Facendo così ci guadagneresti qualcosa in più anche tu no?'

 

'Non può andare a stare da Jisung o chiunque altro?'

 

Chan guardò Woojin in cerca di aiuto, non sapendo che risposta dare al minore.

 

'Jisung è occupato lo sai, da noi non può venire perché non ci stiamo, tu sei l'unico che può tenerlo con sé' 

 

'Io occupato? Ma che state dic-'

 

'Woojin ha ragione. Ti prego Binnie, fallo per me? Ti giuro che è un ragazzo fantastico. È una piccola pallina di sole che porta gioia dovunque cammini. È un bravo ragazzo, deve solo trovare un posto dove stare' cercò di implorarlo Chan.

 

'Oddio che descrizione orribile che hai fatto. Dopo questa assolutamente no' disse Changbin con un'espressione quasi schifata in volto.

 

A Woojin venne da ridere per quella reazione. 

 

'Non fare così su. Un piccolo raggio di sole in casa ti potrà fare soltanto bene'

 

'No, ma neanche morto'

 

'Oh si. Ti abbiamo notato questi ultimi giorni. Sei davvero giù di morale, se non ne vuoi parlare va bene, però permettici di aiutarti in qualche modo' continuò Chan.

 

'Non ho nulla, mi sentivo semplicemente un po' solo' confessò Changbin, in un tono calmo e serio.

 

'Esattamente. Proprio per questo ti serve un Felix in casa' gli disse tutto euforico Jisung, oramai avrebbe fatto di tutto per far star meglio il suo migliore amico. 

 

'Pensate seriamente che, un tizio sconosciuto che sembra una pallina di sole migliorerà la situazione?' chiese Changbin a tutti i suoi amici che lo stavano fissando desiderosi di una risposta affermativa.

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