「 05 」

αpartment block district 9 ➵ Stray Kids

Tutti si girarono verso Chan, curiosi di sapere ciò che volesse da Changbin. 

 

'Un favore?' gli chiese il minore curioso. 

 

'Beh, più che un favore è una cosa davvero seria di cui parlare' 

 

'Mi fai preoccupare così' 

 

'Non è nulla di che. Cioè in realtà si, però prima mi voglio informare di tutto e poi ti spiegherò per bene' 

 

'Spiegami allora hyung' 

 

'Non adesso, prima devo sistemare ogni cosa e poi ti dirò' 

 

'Ma così mi lasci a metà' gli disse Changbin con un tono quasi deluso. 

 

'Tu stai tranquillo, ora andiamo Woojin, ho bisogno di te' 

 

'Ma si tratta di quel ragazzo di cui mi parlavi tempo fa?' 

 

Chan lo guardò e annuì impercettibilmente, quasi come a far capire al maggiore che in quel momento voleva solo andare a casa e parlarne con lui, non mettendo in mezzo anche gli altri.

 

'Ti ringraziamo per la serata, Minho. E' stato davvero divertente. Sentiti pure libero di chiamarci o di venirci a trovare quando vuoi. Parlo per noi due, ma credo anche a nome degli altri' disse Woojin guardando i più piccoli che annuirono, confermando le sue parole. 

 

'Grazie a voi, è stato un piacere aiutarvi oggi. Spero risolviate questa cosa al più presto, buonanotte' 

 

Detto ciò, si scambiarono un' ultima occhiata, prima che Chan salutò tutti e trascinò Woojin nel loro appartamento. 

 

Il rumore della porta che si chiuse, lasciò un'aria strana all'interno del salotto di Minho. C'era chi provava ansia, chi imbarazzo e chi semplicemente era preoccupato, come Changbin. La tensione e il silenzio che si erano creati non aiutavano di sicuro, così decise di tornarsene a casa propria. 

 

Minho non sapeva né cosa pensare né tanto meno cosa dire per smorzare l'atmosfera, estraneo a tutto ciò che stava accadendo. Jisung, dall'altra parte, non voleva intromettersi, avendo intuito dal tono di Chan che la situazione era abbastanza seria. In questi casi, sapeva che la cosa migliore da fare era lasciare Changbin da solo. 

 

'Io me ne vado' gli disse mentre si stava alzando dal suo posto sul divano. 

 

'E' stato davvero bello hyung, grazie' 

 

'Ma figurati, quando vuoi. Vai a riposare un po' okay? Buonanotte'

 

'A te' gli rispose sorridendo, facendo un cenno a Jisung prima di uscire definitivamente dalla porta dell'appartamento di Minho. 

 

Jisung rimase in silenzio sul divano, si sentiva a disagio da solo con Minho e non aveva intenzione di rimanere lì da solo con lui più del dovuto. 

 

'Beh' disse il minore, pensando a cosa dirgli per andare via senza sembrare scortese. Si era davvero divertito e trovava bella la compagnia di Minho, soltanto che in quel momento era assolutamente a disagio al pensiero di dover rimanere da solo con lui, nel suo salotto, nel suo appartamento. 

 

'Vuoi tornare a casa? Ti accompagno' gli disse Minho con un sorriso, vedendo lo sconforto nella faccia del minore. Non voleva costringerlo a rimanere contro la sua volontà. 

 

Jisung sembrò pensarci un po' prima di rispondere, non volendo apparire maleducato di fronte a Minho. 

 

Dopo qualche secondo annuì leggermente con la testa e si alzò, prendendo la sua giacca e le sue cose. 

 

Minho si fece da parte, dopo aver aperto la porta, lasciando spazio al minore e facendolo uscire per primo. Chiuse delicatamente la porta dietro di sé, non facendo troppo rumore per paura di disturbare gli altri coinquilini. 

 

Ci vollero pochi secondi per arrivare davanti alla soglia dell'appartamento di Jisung e, data la poca distanza, Minho lo ritrovò già lì, davanti alla porta. Probabilmente in attesa di una qualche sorta di saluto da parte sua.

 

Minho lo raggiunse con molta calma e una volta davanti a lui non seppe cosa dirgli. 

 

'Quindi..' gli disse il maggiore dopo qualche secondo.

 

'Grazie mille per la serata hyung' aggiunse Jisung, una volta acquistato il coraggio di parlargli. Ebbe anche l'audacia di guardarlo negli occhi, rivolgendogli un sorriso sincero. 

 

Il maggiore era rimasto sorpreso da quel gesto, sembrava così sincero e puro che gli fece quasi paura. Era uno di quei sorrisi che arrivava ad illuminargli anche gli occhi. Dire che era contagioso era dire poco. 

 

Ciò che fece dopo il minore, però, lo lasciò ancora più di stucco. 

 

In maniera abbastanza goffa, Jisung, si avvicinò con un braccio alle spalle del maggiore, circondandolo in una specie di abbraccio. 

 

Entrambi rimasero fermi senza sapere cosa fare. Minho abbastanza scioccato, non sapendo se, e come ricambiare. Jisung abbastanza stupido. Si sentiva proprio stupido per ciò che stava facendo in quel momento. Con quale coraggio aveva fatto una cosa del genere? Così dal nulla poi, senza una motivazione valida. Era davvero combattuto sul da farsi, si prese altri pochi secondi prima di decidere di staccarsi definitivamente dalle spalle del maggiore. 

 

Proprio quando stava facendo tornare il suo braccio alla posizione originale, delle forti braccia lo circondarono e si fermarono poco sopra i suoi fianchi. 

 

'Nulla Jisungie' gli disse Minho quasi sussurrando mentre ridacchiava sul collo del minore. Si appoggiò tranquillamente su di esso e si lasciò andare in quel loro abbraccio, contento di quel gesto. 

 

Jisung giurò di essere al settimo cielo. Stava provando tutto un insieme di sensazioni che gli riscaldavano il cuore. Dopo aver realizzato che il maggiore stava ricambiando l'abbraccio, il suo petto si alleggerì e corpo e mente si focalizzarono solo e soltanto su Minho. Era davvero contento per ciò che stava succedendo, ma dopo gli attimi di insicurezza che aveva avuto poco prima, quel gesto gli era parso ancora più importante di quanto potesse in realtà sembrare, ed era ancora più felice.

 

Così come si avvicinò improvvisamente, Minho, con la stessa velocità si staccò dal minore e rimase ad una distanza abbastanza ravvicinata che non fece molto bene a Jisung, anzi. Oramai non aveva nemmeno più la forza di chiedersi cosa diamine gli stava prendendo e, in quel momento, non aveva nemmeno la più piccola intenzione di scoprirlo.

 

Si sentiva assolutamente in imbarazzo ora, addirittura più di prima. Durante quel breve abbraccio i loro sguardi non si erano incontrati, ma ora era tutta un'altra storia. Jisung si ritrovò a dover distogliere immediatamente quel contatto visivo, non riusciva a reggerlo e sentiva che di lì a poco sarebbe diventato un vero e proprio pomodoro. Nonostante tutto, però, un piccolo sorriso dipinto sulle sue labbra si apprestava a riflettere ciò che stava provando in quel momento, pura contentezza.

 

Con molta timidezza e insicurezza decise di allontanarsi dalla figura del maggiore e, guardandolo un'ultima volta gli diede la buonanotte mentre girava il pomello della sua porta. Prima di entrare all'interno del proprio appartamento, si girò verso Minho che, in quel momento, gli stava sorridendo dolcemente.

 

'Anche a te. Ci vediamo domani' gli rispose mentre si dirigeva verso la propria dimora.

 

Nel momento esatto in cui il maggiore si girò, Jisung chiuse la sua porta e quella sera non poté far altro che accasciarsi contro di essa con un enorme sorriso in volto, pensando a ciò che era successo.

 

-

 

'Forza Chan, entra e poi parliamo' gli disse Woojin fuori dal loro appartamento, attendendo che il minore entrasse per spiegargli tutta la situazione.

 

Chan non lo stava ascoltando per niente, troppo impegnato a pensare. Era così distratto che gli andò a sbattere contro la schiena. Quel brusco impatto risvegliò la sua mente dai tanti pensieri e, dopo essersi accorto della vicinanza con il maggiore, si risvegliò anche il rossore sulle sue guance.

 

Woojin era davvero preoccupato per ciò che stava accadendo, vedeva che la situazione era seria e vedeva quanto si stava stressando Chan, ed era l'ultima cosa che voleva, ma in quel momento tutto ciò passò in secondo piano, perché stava pensando unicamente a quanto potesse essere adorabile in quel modo. A tal punto che rimase a guardarlo per un lasso di tempo così lungo che non si accorse nemmeno del minore che era entrato dentro al loro appartamento e lo stava intimando a muoversi.

 

'Che fine mi farà fare questo ragazzo' disse in un sussurro Woojin, mentre chiudeva la porta alle loro spalle.

 

-

 

Changbin si era seduto su una delle sedie del suo tavolo in cucina, con le mani giunte e lo sguardo fisso su di esso. Non sapeva nemmeno il perché, ma in quel momento era stato colpito da un attimo di tristezza e non poteva far altro che avere pensieri cupi e spenti. Solitamente non era così, anzi, non lo era mai. Se per caso si sentiva giù, andava sempre da uno dei suoi amici, ma quella sera non era proprio il caso.

 

Il pensiero di dover andare da Woojin e Chan gli metteva in qualche modo tristezza, non lo aveva mai pensato, ma in quel momento immaginare di dover guardare loro due felici e contenti non lo entusiasmava affatto, anzi, lo rendeva ancora più triste. Era sempre stato felice per loro due, dal primo giorno, e ancora oggi lo era, ma quella sera decise di lasciar perdere.

 

La sua mente, subito dopo, lo riportò alla cena di poco prima e, automaticamente, a ciò che aveva detto Chan. Non si preoccupò più di tanto di ciò che gli avrebbe dovuto dire di così importante il maggiore, perché sapeva che appena fosse arrivato il momento adatto si sarebbe fiondato da lui per parlargli, no. Pensò a come Woojin si preoccupò istintivamente per il suo ragazzo e a come i loro sguardi si scambiarono segnali che nessuno presente in quella stanza avrebbe mai potuto capire. Pensò a come Woojin si alzò e seguì immediatamente Chan, senza avere un minimo dubbio e, pensò, a come probabilmente quella sera lo avrebbe confortato e reso più tranquillo.

 

Mai in vita sua, in tutti gli anni che li conosceva, non si era mai fatto dei dubbi o pensieri così strani su di loro. Pensava solo e soltanto alla gioia che avevano quando stavano l'uno accanto all'altro, pensava all'allegria e genuinità che sprizzava Jisung naturalmente, pensava a come era contento, lui, sapendo di avere accanto persone come loro.

 

Però, si accorse di non aver mai pensato a come loro vedevano lui. Sapeva da solo di non essere la persona più gioiosa di questo mondo, ma sapeva che i suoi amici lo vedevano e conoscevano per ciò che era realmente. Si chiedeva soltanto se loro avessero mai pensato alla sua felicità. Non che non lo rendessero felice, anzi, erano la sua unica fonte di gioia. Voleva solo sapere se loro pensavano a lui immaginandolo con qualcuno accanto, qualcuno con cui approcciarsi e condividere le più piccole e importanti cose, qualcuno con lui. 

 

Si rese conto in quel momento a come Chan avesse Woojin, a come Jisung e Minho sembrassero così contenti della presenza dell'altro, a come, addirittura, quel Hyunjin avesse qualcuno accanto, Seungmin.

 

Non che fosse solo, perché sapeva di avere amici cari e genitori che lo amavano al suo fianco, ma quella sera poté unicamente pensare alla solitudine che provava. Sentiva proprio di essere solo, come persona, senza nessuno con cui condividere la sua quotidianità. Qualsiasi cosa accadeva sapeva di potersi rivolgere ai suoi amici, ma era più che sicuro che in quel momento non era ciò che stava cercando. Voleva qualcuno accanto a lui che non fosse un amico, qualcosa di più forse? Non ne era sicuro nemmeno lui e, di certo, non avrebbe trovato risposte continuando a rimuginare sulla felicità degli altri. Perciò decise di aver pensato fin troppo e di andare a dormire per bearsi di un po' di riposo. Con un passo felpato e una faccia sconsolata si diresse verso la sua camera da letto, sperando che la notte gli portasse buon consiglio.

 

-

Chan e Woojin si erano appena infilati a letto, nel calduccio delle loro coperte quasi autunnali, e in questo momento stavano fissando il loro soffitto in silenzio, Chan perlomeno. Woojin era troppo impegnato a pensare a come far tranquillizzare il minore, dopo ciò che gli aveva detto si era preoccupato un po' anche lui e non aveva assolutamente idea di cosa potesse fare.

 

'Uff' sbuffò Chan mentre si accasciava ancora di più sul letto, raggomitolandosi fra le varie coperte, fino a nascondersi completamente in mezzo ad esse. Woojin si risvegliò dal suo stato di trance sentendo dei calci provenire da sotto le coperte accanto a lui. 

 

Girò leggermente la testa verso la sua destra e vide un piccolo fagotto che gli si dimenava accanto. Sorrise di fronte alla tenerezza di Chan.

 

'Channie'

 

'Mmh' 

 

'Vieni su dai'

 

'No' gli disse mugolando Chan e Woojin potè sentire formarsi un piccolo broncio sulle sue labbra.

 

'Dai Channie' il minore non gli rispose e ciò non lasciò altra scelta a Woojin.

 

'Allora vengo giù io'

 

Con un piccolo movimento si infilò sotto alle coperte e si trovò faccia a faccia con Chan che lo guardava con quei suoi grandi occhioni. Portò le coperte poco sotto i loro occhi, così da permettere loro di guardarsi, e per non decedere soffocati.

 

Il broncio di Chan andò via senza nemmeno che egli se ne accorgesse, appena vide il dolce sguardo che Woojin gli stava rivolgendo. Potè notare dai suoi occhi, inoltre, che quest'ultimo gli stava sorridendo. Sentì una mano circondargli la vita e cominciare a fare dei movimenti delicati.

 

Chan si abbandonò al suo tocco, chiudendo gli occhi e lasciando da parte la frustrazione che aveva in corpo. Si stava rilassando completamente e l'unica cosa che fece fu ringraziare mentalmente chiunque vegliasse su di lui da lassù, per avergli donato una persona così meravigliosa.

 

'Ne vuoi riparlare o?' gli chiese quasi sussurrando Woojin, non volendo interrompere la tranquillità nella quale si trovava.

 

Chan aprì bruscamente gli occhi, come se fosse appena stato riportato alla realtà, e guardò tristemente Woojin. Al maggiore dispiacque un sacco vedere quella reazione, ma non poteva fare altro per lui, se non parlare di ciò che lo turbava.

 

Dopo qualche secondo di riflessione Chan decise di esporre tutto ciò che stava pensando.

 

'Il fatto è che ho tanta paura per quella che potrebbe essere la risposta di Changbin. Voglio dire, non è che sarà così tanto felice di condividere all'improvviso casa sua con un estraneo. Sempre se vorrà farlo. Inoltre, metti caso che Felix si trasferisca qua, abbiamo a mala pena due settimane per farlo abituare e adattare alla vita qui. Non parla nemmeno così bene il coreano e ho paura che non si troverà bene. Quando eravamo bambini gli avevo promesso che lo avrei aiutato e sarei rimasto al suo fianco per qualsiasi cosa di cui avesse avuto bisogno, ma, ad oggi, non so se potrò davvero farlo. E questo è quello che mi fa sentire più inutile e triste che mai' 

 

'Intanto vieni qua' gli disse Woojin, stringendolo a sé. 

 

'Non voglio che tu dica mai più di essere inutile o che tu ti reputi una brutta persona perché sei tutt'altro, fidati di me che lo so bene'

 

'Poi' continuò, mentre gli toglieva una ciocca di capelli dal viso.

 

'Secondo me non te ne devi preoccupare più di tanto, semplicemente perché qualsiasi cosa sceglierai di fare sarà la più giusta. Se Felix si è affidato a te vuol dire che ha un buon motivo per farlo, si fida di te e sa che cercherai di aiutarlo in qualsiasi modo. Inoltre sai che sia io, che gli altri, e addirittura Minho penso, siamo qua per aiutarti e se avrai mai bisogno di qualcosa noi ci saremo. L'unica cosa di cui preoccuparsi, forse, è Changbin. Cioè lo conosciamo e non ti negherebbe mai un favore in vita sua, ma qua non si tratta di questo. Non è un semplice e piccolo favore, ma una cosa molto più grande e importante. Si tratta di stravolgere la sua quotidianità, di fargliela condividere con un'altra persona e di adattarsi a quest'ultima. Ti ricordi come eravamo io e te appena avevamo iniziato a vivere insieme?' concluse Woojin con un sorriso, pensando, probabilmente, a quei giorni. 

 

'Un disastro' gli rispose Chan con un sorriso divertito.

 

'Ecco. Nulla che poi non abbiamo superato, però all'inizio è stato molto strano per tutti e due. Anche Changbin potrà, e dovrà prima o poi, affrontare la stessa situazione, perciò domani andremo là e glielo diremo. Verrò con te da lui, se ti può aiutare, e risolveremo questa situazione'

 

'Va bene?' Chan annuì e guardò contento il maggiore.

 

'Cosa hai detto? Non ho sentito bene' 

 

'Mh' gli rispose Chan, prendendosi quasi gioco di lui. 

 

'Ora vedrai te' dopo aver detto quelle brevi parole cominciò a fargli il solletico e a stuzzicarlo in ogni modo possibile.

 

Chan scoppiò in una fragorosa risata e cominciò a dimenarsi sotto la presa del suo amato.

 

Inutile dire che non riuscì a liberarsi.

 

'Lo hai voluto tu eh' gli ricordò il maggiore.

 

Passarono altri pochi minuti quando Chan arrivò al culmine di sopportazione e si ritrovò ad arrendersi, abbandonandosi alla sua sorte. Ansimò freneticamente e con una voce spezzata diede una risposta a Woojin.

 

'Va bene teddy bear, va bene' gli disse con un ultimo sospiro.

 

Il maggiore si fermò e continuò per altri secondi a guardarlo, come per avere la conferma di ciò che stava dicendo, e quando si accorse che Chan era convinto si staccò da lui e tornò alla sua posizione originale. 

 

'Perfetto allora' Chan gli sorrise e si avvicinò, accoccolandosi sul suo petto e riprendendo a respirare regolarmente.

 

Stettero così per svariati attimi, ognuno di loro perso nella presenza dell'altro, fino a quando Chan non interruppe quel momento.

 

'Ti ringrazio davvero' gli disse sinceramente, guardandolo negli occhi. Apprezzava seriamente ogni minimo gesto che aveva fatto il maggiore per tirarlo su di morale quella sera.

 

'E' il minimo che potessi fare, davvero, non mi ringraziare' si era sentito così felice quando Chan aveva iniziato a ridere a squarciagola, che tutto il restò sembrò passargli di mente. Era veramente fiero di sé stesso per averlo fatto star bene per quel poco. Era sinceramente contento di vederlo tranquillo e più sereno. 

 

'Ma-'

 

'Niente ma' lo interruppe Woojin ancor prima di poter sentire una singola parola uscire dalla bocca del più piccolo. 

 

'Ora dormiamo che domani abbiamo tanto da fare'

 

'D'accordo' gli disse Chan mentre si avvicinava ancora di più a lui.

 

Woojin sorrise, chiuse l'abat-jour sul loro comodino e diede un bacio in fronte al piccolo canguro che si trovava accanto a lui.

 

'Buonanotte Channie' non ebbe risposta dal minore, oramai abbandonato fra le braccia del suo Morfeo.

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